Quando andare dal podologo?

Unghia incarnita. Non potevo pensarci prima?

Perché aspettare che sopraggiunga il dolore forte? 

Capire i segnali del nostro corpo ci può aiutare a rivolgerci a un professionista prima che insorga il dolore.
L’unghia incarnita, così come l’ipercheratosi (il fastidioso callo) e altri fastidiosi contrattempi, sono con tutta probabilità una “punta d’iceberg”: un disturbo che può essere prevenuto o contenuto attraverso trattamenti e cure effettuate prima dell’insorgenza del problema nella sua forma acuta e, quindi, dolorosa.

Quando si previene spesso non sono necessari trattamenti lunghi o invasivi, spesso dei piccoli accorgimenti da mettere in pratica nel quotidiano sono risolutivi.

Chi va dal podologo?

Il podologo si occupa di moltissime tipologie di pazienti, ognuna delle quali ha le proprie necessità:

  • bambini
  • anziani e pazienti con patologie pregresse
  • pazienti in attesa di intervento chirurgico o in riabilitazione
  • adulti e sportivi

Personalmente mi occupo di tutte queste categorie di pazienti, con una particolare predisposizione verso bambini, adulti con patologie pregresse (reumatologiche, diabete, neurologiche, vascolari e in cura per patologie oncologiche) e anziani.
Il motivo è legato principalmente ai miei studi, ai corsi di approfondimento, alle pubblicazioni e agli articoli scritti negli anni.

Bambini

Una categoria che spesso visito è quella dei bambini.

Per un genitore non è facile riconoscere difetti di postura o difetti strutturali nei propri bambini.
La cosa più importante è non sottovalutare le difficoltà motorie riconducendole ad una “lentezza” nello sviluppo. Per ogni dubbio uno screening corretto saprà dare una risposta.

Anziani e pazienti con patologie pregresse

Con l’anzianità spesso le dita di mani e piedi si possono incurvare o modificare la propria forma. Spesso però non ci si cura di questi cambiamenti definendoli solo segni dell’età che avanza.

La degenerazione fisica fisiologica o causata da alcune patologie nell’anziano può tuttavia essere fermata o molto rallentata con i giusti accorgimenti.
Il mio consiglio è quello di rivolgersi quanto prima ad un podologo: interverremo per quanto possibile e, se necessario, consiglieremo una visita specialistica per valutare eventuali trattamenti medici.

Per quanto riguarda tutti i pazienti in cura per disturbi legati a diabete o malattie reumatiche (artrite reumatoide, sclerodermia, …) o altre patologie degenerative, il mio consiglio è quello di richiedere uno screening podologico anche in assenza di sintomi.
Questo permetterà di prevenire situazioni acute e che potrebbero generare stress in un organismo già debilitato.

Pazienti in attesa di intervento chirurgico o in riabilitazione

Spesso, soprattutto grazie alla stretta collaborazione con diversi ortopedici, tratto pazienti in attesa di operazioni. 

L’alluce valgo, ad esempio, è una patologia che può essere monitorata per diverso tempo prima di procedere all’operazione.

Quando si subisce un trauma, ad esempio una distorsione o una frattura, l’evento in sé viene curato soprattutto grazie a fisioterapia o, nei casi più gravi, dall’intervento di un ortopedico. 
In una fase successiva alla guarigione, però, consiglio comunque uno screening podologico, per capire se la causa dell’evento traumatico è stata del tutto fortuita o causata da qualche difetto di postura.

Allo stesso modo, in seguito ad un intervento chirurgico, potrebbe essere necessario l’utilizzo di ausili biomeccanici (come ad esempio plantari o ortesi in silicone) che aiutino il paziente durante la riabilitazione.

Adulti sani e sportivi

Un indizio per capire quando è necessaria una visita da un podologo è la suola delle proprie scarpe.

Se la suola si consuma in maniera troppo rapida o non uniforme potrebbe significare che il piede non viene appoggiato nel modo corretto. 
Come podologo verificherò, tramite osservazione e, se necessario, con esami come ad esempio quello baropodometrico, l’eventuale necessità di correzione nella postura.

Un altro campanello d’allarme è la presenza, più o meno costante, di piccoli fastidi o blandi dolori. Un consiglio è quello di non sottovalutare questi segnali. Meglio un plantare oggi che una stampella domani!

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Quando andare dal podologo
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Quando è il caso di fissare una visita dal podologo? Quali sono i segnali che i nostri piedi ci inviano? Spesso è meglio non aspettare che dei "doloretti" diventino isopportabili: con qualche accorgimento o trattamento pressoché indolore sarà possibile correggere problematiche che, se trascurate, potrebbero creare stress e fastidio.
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